00 - Brochure 12-10-2018 |
01 - Da Col |
02 - Trimarchi |
03 - Michieli |
04 - Guidolin |
05 - Calmasini |
06 - Basso |
07 - Sbrogio |
08.1 - Vozza |
08.2 - Zeppetelli |
09 - DallaTorre |
10- Impagnatiello |
11 - Rabassi |
12 - Bolognani |
13 - Zambiasi |
14 - Vianello |
15 - Monterosso |
16 - Toccoli |
17 - Ghiretti |
18 - Zanetti |
19.1 - Ficili-Ferrari-Materossi |
19.2 - Ficili-Ferrari-Materossi |
20 - Favaretto |
21 - Rubuni-Dalla Riva |
In un’era in cui l’epidemiologia assegna l’assoluto primato alle malattie di lunga durata (patologie croniche), indicando chiaramente nelle strategie di prevenzione e di gestione proattiva dei problemi la chiave di volta dei nuovi sistemi sanitari, si assiste ancora ad un difficile cambiamento delle strategie politico-sanitarie, che continuano a rimanere fortemente ancorate alla priorità sull’acuzie ad un approccio medico-specialistico, di medicina di attesa, incentrato prevalentemente sulle strutture ed organizzazioni ospedaliere.
CARD, ancora una volta, intende offrire spazio alla rappresentazione di esperienze, soluzioni e strumenti innovativi che vengono realizzati nei servizi del territorio e che vedono nel distretto il contesto organizzativo primariamente deputato al governo dell’incrocio bisogno/risposta, alla produzione di risposte integrate, alla garanzia di tenuta della presa in carico anche nel lungo periodo (long term care - LTC).
Il congresso di Mestre quindi si svilupperà in una serie di sezioni dedicate alle gestione della cronicità, dagli aspetti di prevenzione immunitaria (vaccinazioni del soggetto adulto e anziano), alla promozione della salute per il contrasto dei principali fattori comportamentali di rischio, al tema dell’intercettazione ed accompagnamento degli anziani fragili, alla realizzazione dei percorsi di LTC integrati delle prevalenti malattie croniche (cardiovascolare, respiratoria, dismetabolica, neurologica, ecc.), che servano a raggiungere le persone di tutti gli strati sociali, garantendo equità di accesso e fruizione delle cure.
L’evento intende dare il dovuto risalto all’impegno delle professioni sanitarie, che oggi giocano un ruolo di primo piano nell’assistenza domiciliare e residenziale, acquisendo competenze e prerogative necessariamente crescenti in diversi settori, integrando e rafforzando il peso della medicina territoriale e della LTC, venendo così ad affermarne un irrinunciabile e prezioso contributo in una fase storica di certa contrazione del numero di MMG in servizio.
Alcune sessioni saranno dedicate alle tecnologie (ICT), ai sistemi di stratifi cazione del bisogno, alle nuove tecnologie di impiego in ambito vulnologico, per la gestione dell’incontinenza, dell’alimentazione artificiale, della palliazione; altre alle strategie di comunicazione e coinvolgimento degli assistiti e dei loro care giver, all’utilizzo di farmaci di comprovata efficacia e sicurezza nella LTC, a sostegno dell’aderenza e della compliance dei pazienti, della riduzione delle politerapie inappropriate. Per i temi affrontati, l’evento viene a costituire una importante tappa di avvicinamento alla Conferenza Nazionale CARD delle Cure Domiciliari, in programma per la primavera 2019.
A lato programma e pdf di tutti gli interventi pervenuti.
00_Programma Convegno Interregionale CARD Triveneto 13-10-2017 |
01_Trimarchi_13-10-2017 |
02_Da Col_13-10-2017 |
03_Vianello_13-10-2017 |
04_Latina_13-10-2017 |
05_Pletti_13-10-2017 |
06_Bembi_13-10-2017 |
07_Dalla Torre_13-10-2017 |
08_Lisio_13-10-2017 |
09_Gallo_13-10-2017 |
10_Baldo_13-10-2017 |
11_Vidotto_13-10-2017 |
12_Brianti_13-10-2017 |
13_Mantovani_13-10-2017 |
14_Foglietta_13-10-2017 |
15_Bolzon_13-10-2017 |
16_Brunello_13-10-2017 |
La necessità crescente di riorientare i Servizi Sanitari e Sociosanitari verso le problematiche emergenti di salute, dovute al dilagare delle patologie croniche e delle correlate fragilità e disabilità, in un contesto socioeconomico, demografico e culturale di estrema fluidità ed in continuo cambiamento, costringe i Sistemi Pubblici a pianificare, sperimentare e realizzare modalità di intervento innovativi. Questi necessitano strumenti professionali, tecnologie adeguate, competenze specifiche e soprattutto organizzazioni orientate al bisogno delle persone e delle comunità.
Tali modalità di intervento devono essere fortemente improntate ad una sanità di iniziativa, chiamata a intervenire tempestivamente sui bisogni di salute emergenti, con gli strumenti della prevenzione, della intercettazione precoce dei problemi e dell’approccio di comunità.
Una sanità i cui professionisti adottino un agire appropriato, correttamente collocato tra l'inerzia (attesa, undertreatment) e l'iperattività (overtreatment, aggressività terapeutica) nei percorsi di short e long term care della cronicità, con una spiccata personalizzazione dei percorsi di cura.
L’evento congressuale si pone l’obiettivo di evidenziare lo stato di avanzamento dei percorsi messi in atto in varie realtà territoriali del Triveneto soprattutto nei confronti delle cardiopatie e dello scompenso cardiaco, delle broncopatie cronico ostruttive, del diabete e delle malattie rare.
Infine, la gestione dei problemi nei contesti di vita quotidiana delle persone richiede una crescente capacità dei sistemi di operare in stretta collaborazione con le forze presenti nelle comunità, in particolare le organizzazioni di volontariato, quale partner strategico e stabile nel settore della home care.
Il convegno CARD Triveneto si propone di fare il punto sugli sviluppi più avanzati nei diversi settori di interesse dell’assistenza primaria, dai percorsi integrati di cura e assistenza di iniziativa nei confronti delle principali patologie croniche, alle esperienze traccianti e trainanti in ambito di integrazione fra i servizi sanitari, fra questi e quelli socio-assistenziali e nelle forme di collaborazione meglio strutturata con le organizzazioni di volontariato locali.
L’evento dedicherà una particolare attenzione agli aspetti di gestione ed organizzazione dei nuovi approcci di iniziativa che impegnano le funzioni direzionali delle strutture territoriali e sollecitano loro il perfezionamento della capacità di interlocuzione e mediazione con tutti gli altri partner presenti nel territorio, con cui è necessario attivare ogni sinergia e forma di interdipendenza possibile nel comune obiettivo di tutela della salute della popolazione.
A lato programma e pdf di tutti gli interventi pervenuti.
00_Programma Terzo Convegno CARD Triveneto |
01_TRIMARCHI |
02_DEGLI ESPOSTI |
03_TIOZZO |
04_MASE |
05_FACCHIN |
06_ZIPRANI |
07_BOLZON |
08_AMPRINO |
09_PREZI |
10 A_BUSETTINI - PONTON |
11 A_ODASMINI |
12 A_MALAGO - BRIGIOTTI |
13 A_BRESSAN |
14 A_MELANI - ZANCANARO |
15 A_MARIN |
16 A_SFORZIN |
17 A_CARRAI |
18 A_PORDENON |
19 A_ZANETTI |
20 A_PAULETTO |
21 A_BORIN |
22 A_BENETTOLO - GIOGA - VALERIANO |
23 B_BORTOLETTO |
24 B_GODEAS |
25 B_RUBINI |
26 B_PARISE |
27 B_CHIAVEGATO - OLIVIERI |
28 B_MASUTTO |
29 B_VERDOZZI |
Nei Sistemi Sanitari Regionali delle nostre Regioni e Provincie autonome, il distretto è la struttura che ha incarnato i principi della primay care e per questo si è progressivamente caratterizzata come luogo privilegiato della multidimesionalità nell’approccio ai bisogni di salute dei cittadini e che si è fortemente qualificato nella modalità di lavoro multiprofessionale.
La CARD è la società scientifica che, per suo impegno statutario, intende valorizzare e sviluppare quelle progettualità e quelle esperienze innovative che hanno visto come protagonisti tutti gli operatori dei servizi distrettuali e territoriali.
Il convegno Triveneto di Verona vuole offrire spazio alle professioni che hanno prodotto un patrimonio di competenze avanzate e in continua evoluzione, e che hanno dato forma e consistenza a quegli aspetti del lavoro di cura, assistenza e riabilitazione tipici della gestione dei problemi di salute di lungo termine e di fine vita o dei problemi in cui l’approccio necessario deve essere saldamente integrato fra sociale e sanitario.
Aspetti che sono l’essenza dei LEA Distrettuali.
I concetti di empowerment e di self management, di integrazione multiprofessionale, di presa in carico, di gestione delle cronicità, sono ormai il bagaglio consolidato della cultura professionale degli operatori dei distretti. Crediamo che nei distretti, nelle strutture protette, nella cooperazione sociale siano maturate e praticate esperienze, e soluzioni organizzative che rispondono alle esigenze e alla domanda di salute e che hanno solo bisogno di essere messe a sistema. C’è ancora molto da fare per una revisione delle competenze professionali e per l’attribuzione delle nuove responsabilità che la sanità territoriale esige ormai con urgenza.
Tra le proposte per rendere il SSN più efficace, equo e sostenibile, i centri di studio e di ricerca più prestigiosi, anche nel nostro Paese, sollecitano un cambiamento nella combinazione e nell’interazione di più figure professionali richieste per le attività sanitarie e sociosanitarie “skill mix change”.
A lato programma e pdf di tutti gli interventi.
È indetta per venerdì 07 ottobre 2016, dalle ore 18.00 alle ore 19.30, presso L’AUDITORIUM Ospedale Fracastoro, Via Circonvallazione 1 - 37047 San Bonifacio - (VR)
(stessa sede del Convegno Triveneto CARD)
L’ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI CARD VENETO
O.d.G.:
Possono partecipare con diritto di voto i tesserati in regola con i pagamenti della quota associativa
00_Brochure Convegno |
01_Luciano Pletti |
02_Antonino Trimarchi |
03_Giuseppe Napoli |
04_Luciano Flor_Rev. |
05_Silvio Brusaferro |
06_Vincenzo Baldo |
07_Tolinda Gallo |
08_Francesca Russo |
09_Marino Migazzi |
10_Livia Borsoi |
11_Cristina Aguzzoli |
12_Gianni Zini |
13_Gabriele Pellegrini |
14_Luciano Maschio |
15_Stefano Buda |
16_Stefano Vianello e Flavio Valentini |
17_Loredana Latina |
18_William Mantovani |
19_Piero Salvadori |
20_Pasquale Borsellino |
21_Sergio Paulon e Valentina Vidal |
22_Cinzia Vivori |
23_Livia Borsoi |
Lo sviluppo di comunità sane attraverso il coinvolgimento attivo delle stesse nelle strategie di promozione e radicamento dei comportamenti salutari, di immunizzazione vaccinale delle fasce di popolazione a maggior rischio, nella gestione proattiva, organizzata e partecipata delle patologie croniche.
Dalla dichiarazione di Alma Ata del 1978 la prevenzione è considerata materia di sanità pubblica, inquadrata nell’ambito della primary health care (PHC). Con la carta di Ottawa a quella di Tallin, l’OMS ha tracciato le linee di intervento per gli interventi di promozione della salute, accomandando l’attivazione di azioni multisettoriali ai diversi livelli (nazionale e locale) e il coinvolgimento attivo (empowerment) di singoli, gruppi e comunità. Il Sistema Sanitario pubblico del nostro Paese, dalla L. 833/70 ai D.leg. 502/92 e 229/99, attraverso le pianificazioni sanitarie nazionali e regionali che si sono succedute, ha assegnato al distretto la funzione di organizzatore e gestore dell’assistenza primaria (PHC). L’attuale organizzazione dei servizi sanitari del Triveneto ha inteso affidare ai servizi del Dipartimento di Prevenzione la mission della prevenzione, lasciando ai distretti la responsabilità dell’assistenza sanitaria nelle comunità, in cui peraltro l’approccio preventivo di primo e secondo livello è fondamentale. Questa scelta, pur portando ad apprezzabili risultati in alcuni campi (come ad esempio nella copertura immunitaria di popolazione attraverso le campagne di vaccinazione), ha finito per frammentare un’area di offerta di rilevanza prioritaria della sanità pubblica. Un’area ancora più prioritaria in una fase storica segnata da pesanti difficoltà economiche, che induce a guardare alla prevenzione come a una strategia di grande importanza per frenare l’escalation dei costi sanitari. Il settore della prevenzione, area di attività tradizionalmente “minore” del servizio sanitario nazionale e di quelli regionali, potrebbe perseguire risultati di maggior efficacia coniugando le competenze di più settori del Sistema, valorizzando la funzione di interfaccia con le comunità, con le Amministrazioni locali e le Istituzioni, che i servizi sociosanitari del distretto ricoprono, quale leva fondamentale per il cambiamento degli stili di vita e l’adesione più ampia possibile alle strategie di intervento sulla popolazione, con particolare attenzione al raggiungimento delle fasce più fragili, al fine di garantire la massima equità e contrastare le disuguaglianze.
Il convegno CARD Triveneto intende riesaminare il ruolo dei distretti nella promozione della salute e nella prevenzione alla luce anche dei provvedimenti normativi più recenti (es. legge di riordino del SSR in Friuli Venezia Giulia) e a dare risalto alle esperienze più mature e innovative realizzate in questi anni, ripercorrendo strategie, modelli ed esiti di iniziative di promozione della salute, di processi di empowerment di comunità, di interventi di educazione terapeutica, posti in essere attraverso un forte coinvolgimento della popolazione e dei gruppi di cittadini, di percorsi di prevenzione-diagnosi-cura e riabilitazione, lungo linee progettuali orientate a obiettivi di healthy communities, a strategie di gestione proattiva delle principali patologie croniche, alle campagne di vaccinazione, al lavoro mirato a specifiche aree di bisogno (es. demenze, cadute e incidenti domestici, azzardopatie, ecc.). Nel convegno si coglierà inoltre l’occasione di analizzare le modalità di raccordo, collaborazione, integrazione con i servizi del dipartimento di prevenzione e con i servizi di secondo livello specialistico (ospedalieri) e il possibile ruolo strategico delle nuove forme di aggregazione dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta.
N.B.: Per accedere al video della presentazione del dr. Trimarchi accedere al seguente link: http://youtu.be/wHv6UCjww2E
AZZARELLO.ppt |
BELTRAMELLO e ZANON 05-12-2014.ppt |
BRUSAFERRO 05-12-2014.pptx |
CANCIAN 05.12.2014.ppt |
COVALLERO e PAULETTO 05-12-2014.ppt |
DA COL 05-12-2014.pptx |
DALLA TORRE 05-12-2014.ppt |
FRATTURA 05-12-2014.ppt |
MENAZZI 05-12-2014.ppt |
PLETTI 05-12-2014.ppt |
PORDENON 05-12-2014.pptx |
RIZZATO e GHIOTTO 05-12-2014.pptx |
SANTACATERINA 05-12-2014.ppt |
SCHIAVON 05-12-2014.ppt |
TREVISAN. 05.12.2014.pptx |
TRIMARCHI 05-12-2014 .pptx |
VIANELLO 05-12-2014.pptx |
VISENTIN - DI GIORGI e GIANORDOLI 05-12-2014.ppt |
LE COSE DA PENSARE E FARE PER ESSERE UN DISTRETTO “FORTE”.
In una sintesi molto schematica la Presidenza Nazionale di CARD, ha individuato cinque questioni prioritarie per fare di un distretto, un Distretto (D) forte: 1) COSA fare per renderlo forte; 2) CHI lo rende forte; 3) COME 4) DOVE 5) QUANDO agire perché ciò possa verificarsi.
1. COSA: il D è forte solamente se tale è percepito al proprio interno (dagli operatori) ed all’esterno (dai professionisti, utenti e familiari, stakeholders). Ciò avviene quando il D riesce a:
a. garantire i LEA. Gli interventi riguardanti i LEA distrettuali non vanno dispersi in strutture ed organizzazioni altre dal distretto.
b. porsi come nuovo baricentro del sistema, spostato dall’ospedale al territorio, centrato sulla CONOSCENZA DEI BISOGNI, preparato ad offrire risposte coordinate, continuative, globali rivolte innanzitutto al vasto mondo della “cronicità e della fragilità”.
2. CHI: la forza del D deriva innanzitutto dalle persone che lo sostengono: gli utenti e gli addetti ai lavori. Per gli operatori, essa sarà tanto più elevata quanto maggiore sarà la loro dimensione quantitativa ed anche qualitativa, la capacità di interrelazione reciproca.
a. Ciò presuppone siano adeguati per numero e competenza: nel sapere, saper essere, saper fare rispetto alle tre funzioni di committenza, di governo e di produzione.
b. È necessario quindi rivedere le dotazioni organiche e investire nella formazione permanente del personale, per incrementarne capacità, autonomia e responsabilità. Da fare subito: adeguare le norme per la nomina dei direttori di D a quelle delle altre apicalità del SSR e formare nuovi dirigenti e direttori, data l’attuale assenza di ricambi, riconoscendo requisiti e peculiarità specifiche di questi ruoli.
c. Pari attenzione formativa va riservata ai professionisti convenzionati e a quanti, legati al distretto in modo formale o informale (associazioni, cooperative, “badanti”), ne accrescono il valore umano e professionale.
d. Come già detto, il CHI riguarda anche gli stessi assistiti ed i care givers: il Distretto forte sa coinvolgerli molto di più, renderli soggetti attivi e non percettori passivi, coresponsabili del raggiungimento dei risultati attesi nei percorsi di cura ed assistenza, dando impulso all’empowerment ed al self care, espressioni dell’autodeterminazione, mai dell’abbandono o del ritiro dell’Istituzione.
3. COME: è il lavoro a rendere forte il D, tipicamente di: accoglienza, valutazione, definizione di progetti individuali, presa in carico, valutazione degli esiti, svolto in team multiprofessionali e multidisciplinari che attuano i PDTA accreditati.
a. Per facilitare le interconnessioni tra operatori serve maggiore circolazione delle informazioni e dei dati: non ci sarà mai D forte senza potenti ed efficienti strumenti informatici, unici a consentire il lavoro in rete per reti di servizi contigui e continui (h24/7).
b. Il lavoro del D è innanzitutto di prossimità, di proattività, d’iniziativa, non più solo di attesa, coerente con la nuova domanda e l’epidemiologia emergente della “cronicità complessa”; è centrato sulla persona, di tutte le fasce di età; rappresenta un investimento e non un costo; costruisce alleanze con la comunità; contribuisce a elevare il capitale sociale.
c. Il D forte punta alla Promozione della Salute: è essenziale l’intervento sistematico con la comunità per favorire gli stili di vita sani e ridurre l’incidenza delle patologie prevenibili: questo deve impegnare il distretto a sviluppare anche i PPDTA, (Percorsi Preventivi Diagnostico Terapeutico Assistenziali) attuando interventi di Educazione alla Salute coerenti alla sussidiarietà sia orizzontale che verticale.
d. Essenziale e irrinunciabile è la cartella personale informatizzata per assumere in tempo reale decisioni clinico-assistenziali, alimentata e consultata da tutti gli attori di cura (formali ed informali), oltre che dalla persona assistita. Irrinunciabile è fare sedi dignitose in cui il cittadino riconosce i nuovi impegni per un territorio “riformato”.
e. Il D forte richiede un’architettura organizzativa con almeno tre strutture complesse, identificabili per target di utenza (non di disciplina, come in ospedale) e competenza degli operatori: orientativamente, una dedicata ad adulti anziani; una a salute minorifamiglie-donne; una a tutela delle persone con disabilità. Al loro interno, le strutture semplici qualificano servizi specifici (evitiamo di dire specializzati, per rimanere distanti dalle prospettive ospedaliere): ad esempio, di assistenza primaria (governo di MMG, MCA), di medicina specialistica, il consultorio familiare, la pediatria di comunità.
f. Oltre a maggiori risorse, al D forte vanno assegnati nuovi strumenti e poteri, primo tra tutti il budget di distretto (reale, non virtuale), in cui si legano obiettivi e risorse concretamente in mano al D. Rappresenta elemento di garanzia per la direzione generale e la cittadinanza della coerenza delle azioni e dell’uso corretto delle risorse assegnate. In questa dinamica, il D forte fa riconversione delle risorse, che richiedono intelligenti capacità gestionali, ma anche meccanismi di finanziamento del D diversi: ad es., le risorse liberate da azioni di deospedalizzazione e deistituzionalizzazione (riduzioni di n° ricoveri e n° giornate di degenza in ospedale o strutture intermedie con alternative di pari efficacia), da maggiore appropriatezza delle prescrizioni farmaceutiche, da miglior uso globale dei fattori produttivi vanno mantenute in D e reinvestite dallo stesso distretto.
g. Al budget di D si correlano i budget individuali di salute, in cui obiettivi e risorse sono vincolati alla persona con bisogni di alta complessità. Vanno sostenuti con un nuovo
fondo sociosanitario di distretto/ambito costituito ad hoc.
h. Ma lo strumento principe resta l’integrazione. Il D forte fa con i MAP (Medici di Assistenza Primaria), integrazione (che quindi è mezzo non fine), sia in ambito intrasanitario - in primis con il dipartimento di prevenzione le farmacie e l’ospedale (continuità) - che sociosanitario, con i comuni, il privato sociale e il volontariato.
4. DOVE: reso chiaro il mandato, il D forte richiede un preciso riferimento territoriale, da far coincidere sempre con quello dell’Ambito.
a. Il D agisce nei luoghi di vita con i LEA: in ambulatorio, a domicilio (le cure domiciliari includono anche quelle palliative, mai viceversa), nelle strutture intermedie e residenze (innovative, più umanizzate), nelle strutture semiresidenziali.
b. In uno slogan, il D forte fa per “D A R E”: Domicilio, Ambulatorio, Residenza, Equamente con team multiprofessionali, composti da MMG, medici specialisti, medici di distretto, infermieri, terapisti, psicologi, ostetriche ed altri. L’enfasi va posta su nuovi servizi domiciliari che devono raggiungere la copertura h 24/7, al fine di una corretta presa in carico ad alta intensità e complessità assistenziale (in primis, per le persone terminali), ed essere dotati delle opportunità offerte dalla ICT per l’home care. La gamma di tutti questi interventi, in tutti i setting, offre valide alternative all’ospedalizzazione e rende attuabile la revisione dell’offerta ospedaliera zonale.
5. QUANDO: riaffermata la necessità della copertura 24/7 delle reti di cura ed assistenza territoriale/distrettuale (focalizzandosi sulle cure domiciliari), la dimensione temporale degli interventi rileva la peculiarità (“specialità”) del distretto nelle cure di lungo termine, per persone in situazioni di “cronicità”, complessità, plurimorbosità, per soggetti terminali, disabili, non autosufficienti.
a. Il D forte dimostra l’alta considerazione del fattore tempo nella continuità e nella tempestività dell’accesso-accoglimento e dell’ascolto; del pronto avvio della presa in carico, protratta continuativamente secondo le esigenze del paziente e non dei servizi.
b. Infine, lo sguardo del D forte si proietta al tempo futuro: per questo ricerca e innovazione devono rientrare nelle modalità di lavoro usuale.
(Gentili, Da Col, Pletti, Volpe, Trimarchi)
Cari colleghi,
per le importanti ricadute nei rapporti con PS (ed il lavoro da svolgere in particolare per i percorsi brevi) credo sia utile pubblicare la recente DGR 1513 ed anche la precedente DGR 74.
Riguardo i percorsi brevi sarebbe utile raccogliere quelli già realizzati: vi segnalo quelli pubblicati nel sito dell'ULSS 14 al link
http://www.asl14chioggia.veneto.it/index.cfm?method=mys.page&content_id=331
Il tema è molto importante... e non dobbiamo farci trovare impreparati.
Cari saluti
Il Direttore del Distretto 1 - AULSS13
Direttore CUP
Stefano Vianello
Segnaliamo l'iniziativa di CittadinanzAttiva: "buone pratiche e sprechi"
Brignoli |
CARD Veneto 7 Aprile 2014 |
Corti |
Favaretto |
Fusello Vianello |
Giandoso |
Gioga |
Gori |
Greselin Padova 2014 |
Nuti |
Trimarchi Padova 2014 |
Visentin Padova 2014 |
RAZIONALE
In questa fase che potremmo definire, in accordo con altri Autori, di post welfarismo, si osserva diffusa incertezza su mission e vision dei Servizi Distrettuali di Assistenza Primaria gestiti dalle AULSS ed in particolare di quelli domiciliari, di pertinenza sia delle AULSS sia dei Comuni. La complessità ci interroga del cosa a loro si richieda: solo prestazioni per rimediare ai danni alla salute? Oppure Relazioni per la presa in carico della Persona con l’obiettivo di prendersi cura della Salute? E di quale durata? Manca la definizione esplicita di quali siano i ritorni-risultati rispetto a investimenti e costi-spese. Ecco perché ora più che mai, c’è bisogno di un Presente che contenga il Welfare per dare un Futuro e rilanciare l’Impresa del Sistema Sociosanitario Nazionale e Regionale.
CARD guarda oggi all’organizzazione distrettuale per la Salute come a un sistema dinamico aperto alla creatività e all’innovazione che favorisca da un lato lo sviluppo delle capacità degli operatori d’interagire proattivamente, di generare nuove conoscenze, nuove linee d’azione e, dall’altro, il compimento dell’Empowerment Comunitario.
Serve un cambio di paradigma: dalla salute a rischio alla responsabilità competente di correre il Rischio della Salute; dalla salute come diritto alla Salute come Dovere. È in questo Dovere, agito in scienza e coscienza, che CARD vede il BENE SALUTE LIBERARSI a disposizione di Tutti.
I fatti che sembrano prevalere nel mantenere le diseguaglianze di salute sono: confusione di nomi e contenuti tra “Bisogni” e “Domanda” che dovrebbero riferirsi alla Salute globale, tarata su premesse di natura non solo sanitaria ma anche sociale. Confusione tra bisogni e trattamento:
l’equità della salute non significa solo uguali opportunità di cure, ma anche il livello di benessere da rendere, tenuto conto della diversità di bisogni di salute nei diversi contesti, da parte di uomini diversi.
Ogni Bisogno si esprime, si trasforma in Domanda, attraverso un linguaggio che per essere comprensibile, richiede codici partecipati (alfabetizzazione); ogni Domanda elicita un’Offerta equa, solo se valutata con strumenti condivisi e garantiti per ciascuno; ogni Offerta si trasforma in Risultato di Salute reciproco e generativo se è esigente (dà e chiede) ed esigibile. Quest’ultima peculiarità tuttavia, nonostante enunciati promettenti, continua a essere disattesa: spesso i LEA anziché essere Livelli Essenziali di Assistenza certi, si mostrano come Livelli Eventuali di Assistenza!
Vorremmo far comprendere la necessità (e richiedere quindi) che il Distretto diventi la struttura istituzionale esplicitamente e formalmente deputata ad assumere il ruolo specializzato specialistico nella non autosufficienza e disabilità, a tutto campo, con prestazioni e servizi sociali ad hoc inclusi. In sintesi: "può essere il distretto a facilitare il welfare comunitario per affrontare in modo nuovo il problema della non autosufficienza e disabilità, della salute mentale e degli stili di pensiero/vita… ecc.? Anche in vista del fatto che questi problemi sono strettamente legati alla long term care e ovviamente in primis alla home care, di cui il distretto deve diventare primo soggetto che la assicura, con fattori produttivi propri o esterni (esternalizzati), ma comunque in capo allo stesso distretto?!
Vogliamo spendere questo Convegno su questi argomenti perché… “Non possiamo più accettare che si releghi l’Assistenza Primaria alla popolazione tra i servizi residuali…”. La lezione che vorremmo si portasse a casa in questa gravissima crisi, paradossalmente, è che non possiamo non permetterci il WELFARE perché… GENERA SALUTE!
BERNARDONI |
BORIN |
BOVO |
BRIGUGLIO |
CARD Veneto 13Dic2013 |
CICCARESE |
DA COL |
DE CHIRICO |
DE SANDRE |
DI GIORGI |
FIGOLI |
FINESSI |
GRESELIN |
LAMARCA |
MARCHETTO |
PAGANIZZA |
PARISE |
RIGHELE |
saveTheDateSan Bonificio (VR) 13Dic2013 |
SCHIAVON |
SCIBETTA |
TREVISAN |
TRIMARCHI |
VISENTIN |
Sala Conferenze, Ospdale "G. Fracastoro" San Bonifacio (VR)
9.30 IL DISTRETTO LUOGO DELLE RELAZIONI E DELL’INTEGRAZIONE OPERATIVA - Come non frammentare il ruolo e la funzione del Distretto per non perdere l’unitarietà di risposta (budget della salute) - Introduzione e moderazione Stefano Vianello e Dario Zanon - Cosa ne pensano e cosa possono fare - il punto di vista dei Direttori Sanitari - Intervengono Chiara Bovo, Domenico Scibetta - Cosa ne pensano e cosa possono fare - il punto di vista dei D. Sociali e della Funzione Territoriale - Intervengono Claudio Beltrame, Giampaolo Pecere -
10.30 QUALE ATTENZIONE AI DETERMINANTI SOCIALI DELLA SALUTE - L’integrazione con i comuni: lo strumento della delega attualmente va declinato come obbligatorio o facoltativo? - Introduzione e moderazione Sandro De Col e Massimo Fusello - Le Cure alla Famiglia (Maternità, Infanzia, Età Evolutiva e Famiglia, Disabilità) - Intervengono Mauro Ciccarese, Gianmaria Gioga, Giordano Parise - Le cure della salute mentale e delle dipendenze - Intervengono Gerardo Favaretto, Alfi o De Sandre e Andrea Finessi -
11.30 L’AREA AMMINISTRATIVA DISTRETTUALE - C’è qualcuno che ci crede? Ne possiamo parlare? - Introduzione e moderazione Mirco Santacaterina e Lodovico Paganizza - La Direzione Amministrativa Distrettuale: che cosa fa e cosa può fare per una nuova visione del diritto amm.vo al servizio dei diritti delle persone (advocacy!) e non solo della correttezza formale degli atti. - Intervengono Luca Greselin, Enrico Di Giorgi
12.00 L’ASSISTENZA PRIMARIA: accessibilità, valutazione, presa in carico e continuità delle cure nei diversi ambiti e setting) - Introduzione e sintesi Paolo Da Col e Mariacristina Ghiotto - 12.40 LA COT (Centrale Operativa Territoriale) È uno strumento per mettere a sistema il PUA distrettuale/territoriale? - Introduzione e moderazione Mario Degan e Federico Munarin - Intervengono Luigino Schiavon, Barbara Bernardoni, Emilio Briguglio, Franco Figoli -
13.30 LE CURE PRIMARIE - Le AFT: stato dell’arte del progressivo inserimento dei MMG e dei MCA nella struttura distrettuale (per un distretto “casa” dei Medici di Assistenza Primaria) - Introduzione e moderazione Renato Rubin e Aldo Mariotto - Intervengono Piergiorgio Trevisan, Mario Righele, Domenico Crisarà e Silvio Regis - Rappresentanti FIMMG Veneto
14.30 LE CURE INTERMEDIE - La specialistica territoriale tra ospedali di comunità, strutture residenziali ed Equipe domiciliari - Introduzione e moderazione Cristina Beltramello - Intervengono Francesco Giandoso, Chiara Marangon e Luigi Dal Sasso, Annalisa Visentin -
15.15 LE CURE PALLIATIVE - Le Cure Palliative quali Livelli Essenziali di Assistenza, come dovrebbero essere garantite e come invece lo sono - Introduzione e moderazione Gino Gobber - Intervengono Roberto Borin, Cosimo De Chirico, Luciano Lamarca, Roberto Marchetto -
17.00 Tavola rotonda/Conclusioni - Il Segretario Regionale Domenico Mantoan discute con i Coordinatori/Moderatori delle sessioni.
RAZIONALE
L’intento del Convegno Regionale è di proporre in nuova veste (adeguata ai tempi e alle risorse investite, seppur limitate) il “prendersi cura” che fu dei primi Medici del Territorio: la conoscenza del paziente e della sua famiglia, del suo contesto abitativo e sociale, la relazione fiduciaria di sostegno, l’accettazione delle terapie e dei consigli sullo “stile di vita” migliore, quale modello di sviluppo finalizzato alla “continuità delle cure”.
Dalla recente normativa che investe sull’Assistenza Primaria, emerge la chiara volontà di fornire risposta ai bisogni sanitari del cittadino nelle ventiquattro ore. Vengono anche indicati modelli di offerta da attuarsi (AFT) multi disciplinari e multi professionali, per rendere concreta la necessaria continuità delle cure (Ospedale – Territorio).
Noi riteniamo di fornire il nostro contributo alla realizzazione del reale farsi carico in ogni momento della salute dei cittadini italiani, proponendo una modalità che rispetta da subito il mandato del SSN.
La salute non è mai stata considerata solo quale risposta a una malattia acuta bensì come domanda di ben essere e di conquista dello star bene giorno per giorno, ora per ora. Già esiste il 118 rappresentativo della rete delle urgenze - emergenze per l’episodio acuto che trova soluzione in Ospedale.
Oggi vogliamo e dobbiamo costruire il 124, ovvero 1 Distretto Territoriale attivo 24 ore, per le stabilizzazioni urgenti a domicilio e la presa in carico attiva della Domanda, percorrendo la strada indicata dalla normativa.
E vogliamo andare oltre alla necessità di razionalizzare i costi e ottimizzare le risorse dando la sicurezza, la garanzia che venga fornita non solo una risposta ma, bensì, la risposta giusta, al momento giusto, nel luogo giusto e con l’operatore giusto.
Da queste riflessioni emerge il 242 (somma sintetica del 118 e del 124) quale numero di sistema, che produce una sintesi operativa convincente. Il 242 nella visione palindroma dichiara che sia da un punto di vista ospedaliero che da un punto di vista distrettuale, il cittadino in difficoltà ha bisogno di entrambi i numeri che integra nella sua essenza ologrammatica: il Sistema Salute Nazionale attivo 24 ore su 24 sia a Domicilio sia in Ospedale.
Vogliamo distinguere tra incombenze burocratiche e attività del prendersi cura: crediamo che imparare a fare quello che ci compete tenendo conto anche della condizione ecologica, economica e culturale del paese Italia, possa sostenere il sistema pubblico nel produrre risposte appropriate ai crescenti (ed esigenti) bisogni sociosanitari dei cittadini.
I punti salienti della proposta, semplice ma rivoluzionaria perché porta a rivedere l’attuale organizzazione, sono in sintesi:
Messa in rete delle singole offerte territoriali
Realizzazione del Distretto attivo 24 ore su 24 à telefono 124 “Pronto Assistenza Socio Sanitaria Territoriale” (PASS-T)
Concretizzazione del patient – file sanitario ad uso esclusivo della salute del cittadino
Convenienza economica per l’ottimizzazione nella messa in rete di tutte le risorse di un determinato ambito territoriale e per la risposta pertinente ed appropriata (e non esagerata, in quanto unica) alle necessità di Salute
Coerentemente alle premesse abbiamo pensato di suddividere il Convegno nelle sessioni: “VIETATO NON TOCCARE” e anche però “NON FARSI TOCCARE”, per costringere al contatto Politici, Tecnici e Cittadini e vincolare Regole, Competenze e Relazioni alla tutela reale del Bene Salute.
Con CARD Italia abbiamo l’ambizione di accompagnare dal Territorio, dal Veneto (Regione tra le eccellenze) la nuova architettura di risposte alla Persona proposta dal Ministero della Salute, per costruire assieme un Servizio Socio Sanitario Forte ovvero, per usare il nostro linguaggio, un Sistema di Salute Pubblica Convincente.
UN DISTRETTO TERRITORIALE ATTIVO 24 ORE SU 24 (T24) => TELEFONO 1 2 4
124 vuole essere il numero telefonico dedicato alla continuità delle cure dell’Assistenza Primaria Distrettuale (T24) fondamentale per le stabilizzazioni urgenti a domicilio.
È analogico al 118 del Pronto Soccorso (H24) fondamentale per le Emergenze-Urgenze.
Oltre l'H24 ancora medico centrico che non può sostenere la continuità delle cure perché non usa la Comunità Locale, il T24 può garantire la risposta integrata alla domanda domiciliare socio sanitaria dei cittadini utilizzando equipe distrettuali multiprofessionali e multisettoriali.
Il 118 e il 124 potranno divenire il numero telefonico 242 (S 24x24) quale strumento sintetico di governance complessiva delle Aziende della Domanda di Salute non differibile.
Il 242 nella visione palindroma dichiara che sia da un punto di vista ospedaliero che da un punto di vista distrettuale, di questo abbiamo bisogno.
Il 242 è la garanzia offerta al cittadino della vera continuità delle cure.
È un tema che CARD con FIASO, il MINISTERO DELLA SALUTE con AGENAS, propongono per concretarlo insieme alle diverse componenti professionali del SSN governate in Rete.
DA COL Este PD 2012 |
DALLA TORRE |
DE CHIRICO Este PD 2012 |
DEL FAVERO |
FOGLIETTA |
GHIOTTO MANTOAN Este PD 2012 |
MOIRANO |
TREVISAN ANDRETTA |
TRIMARCHI Este PD 2012 |
VALLE VIANELLO |
ZANON CAPPELLINA |
RAZIONALE
Il Distretto che conviene al Servizio Sanitario Nazionale
Il Distretto che conviene ai Comuni
Il Distretto che vuole la Regione Veneto
Le strategie delle Cure Primarie nella Regione Veneto
Come valutare in termini di efficienza le AFT complesse
Cure Domiciliari: la riospitalizzazione Territoriale che conviene ai Cittadini
Tavola rotonda IL TERRITORIO SI INTERROGA
“Dalla Differenza dei valori al Valore della differenza”
Una prospettiva organizzativa-professionale-relazionale Con-Veniente tra Comune, Distretto ed Ospedale per Accessibilità, Presa in Carico e Continuità dell’Assistenza Con-Vincenti
PDTA VIRTUOSI NEI DISTRETTI VENETI - Comunicazioni - BPCO, CURE PALLIATIVE, CARDIOVASCOLARE, DIABETE, TAO.
Sezione Poster
BUSA DI DONA MARANGON SPINELLA |
CANCIAN |
GENTILI Este PD 2011 |
PECERE RAPPANELLO TABACCANTI ZANON |
TRIMARCHI Este PD 2011 |